#OpeGuate2020 | 24 gennaio – 8 febbraio 2020

Cieli nitidi conditi da nubi soffici, strade di terra e scuole nella polvere. Il Guatemala custodisce un’anima bellissima, paesaggi che incantano gli occhi e riempiono di vita. Un Paese unico, che si esprime con colorata e accogliente semplicità, pur costellato di tante ombre e contraddizioni dovute alla critica situazione sociale che vive da decenni.

Camminando fra gli stretti vicoli di terra che dividono le umili baracche di lamiera arrugginita, si è costantemente accompagnati dai vulcani come sfondo di ogni paesaggio, dall’eco dei canti che animano le funzioni delle numerose chiese evangeliche presenti, da decine di cani randagi, dalle donne in abito tradizionale che camminano tenendo in equilibrio ceste giganti sulla testa o in coda ai lavatoi, da sguardi che ti scrutano e ti accolgono con generosità e decorosa dignità nella loro dimensione più privata.

Nelle scuole, occhi neri e profondi di bambini che urlano di gioia per ogni bolla di sapone che prende il volo, e che non hanno nulla di diverso dai bambini che inseguono le bolle nella nostra “normalità” occidentale, se non fosse che sono nati in un contesto quotidiano che colloca il Guatemala, secondo il Word Food Programme e dati Unicef, come sesta nazione al mondo con il tasso di malnutrizione cronica più elevato, e registra il maggior indice di lavoro infantile dell’America Latina.

È all’interno di questo scenario che si è svolta, dal 24 gennaio all’8 febbraio 2020 (dopo un anno intenso di progettazione, formazione, spettacoli e organizzazione), la missione di clownterapia #OpeGuate2020, che ha coinvolto 12 volontari:

Spatagnau, Sacucin, Citrullina, Zapa, Rolando, Dorina Fogliolina, Dinco, Gribo, Friciula, Fluke, Tiramizù, Giuligiù.

La bellezza dei margini” è stato il tema che ha accompagnato il fittissimo programma di questa edizione, che nella prima settimana ha visto i clown impegnati al mattino in spettacoli nelle scuole rurali, nelle strutture per bimbi con abilità speciali e in quelle per anziani (nel circondario del Dipartimento di Chimaltenango), e al pomeriggio nelle attività (realizzate a Casa Payasitos), con i 27 bambini inseriti nel Progetto di Borse di Studio.

Nella seconda settimana il gruppo di volontari si è spostato nel nord-ovest del Guatemala, attraversando il Dipartimento di San Marcos (una zona che vede la presenza di molti bimbi “basureros“, che lavorano e vivono nelle discariche di immondizia, e di bambini “pica-piedra”, che lavorano nelle cave di pietra), arrivando fino all’impattante e controversa frontiera con il Messico, sulle rive del Rio Suchiate dove i gommoni ogni giorno trasportano indistintamente migranti, merci e trafficanti, negli ultimi anni divenuto luogo strategico (quanto pericoloso per chi tenta questa sorte quotidianamente) per le tratte di persone disperate che dall’Honduras e dal Guatemala cercano fuga e speranza verso il Messico fino agli Stati Uniti.

  • Oltre 4.800, in totale, i bambini incontrati (e altrettanti gli abbracci spontanei ricevuti!)
  • 25 gli spettacoli realizzati
  • 16 le scuole visitate
  • 2 le case di riposo
  • 3 le strutture per bimbi con abilità speciali
  • 1 servizio in una clinica ospedaliera (gestita da medici americani insieme a medici italiani, volontari dell’Associazione “Sulla strada”, che operano anche presso le strutture della Granadilla dove i clown sono stati ospiti per un’intera giornata, villaggio ad alta densità di pericolosità oltre che di indigenza, poiché è dove vivono numerose famiglie che per campare fabbricano nelle  proprie baracche fuochi d’artificio).

Uno dei momenti più significativi, la domenica in cui si è consegnato il Premio Ciapetta ai bambini del Progetto delle Borse di studio. La giornata si è rivelata straordinaria oltre ogni aspettativa. Al mattino una task force di mamme si è radunata per seguire il laboratorio di cucina italiana a cui la clown Fluke, insieme a Dorina, Giuligiù e Friciula, hanno magistralmente dato vita: in questo parco luminoso e verdeggiante (in cui si è svolta la giornata) condividere il pranzo e questo momento di festa spensierata con i bimbi e i loro familiari ha rappresentato un momento di bellezza straordinaria, in cui si è respirata veramente la sensazione tangibile di essere un’unica grande famiglia.

Il culmine toccante e coinvolgente si è vissuto, quel giorno, con la consegna delle medaglie relative al Premio Ciapetta. Tre categorie (Premio Esempio, Premio Impegno e Premio Altruismo) sono state destinate (grazie a un meticoloso lavoro di analisi e verifica da parte di Baudilio e Gladys, i fidati responsabili di Eso Es Guatemala), a quattro bambini tra i 27 del progetto (un ex equo di media scolastica ha visto “vincitrici” due bambine che si sono aggiudicate il premio destinato a chi più si sia impegnato nello studio).

Una situazione particolarmente emozionante anche perché il tutto è avvenuto in collegamento con l’Italia e i familiari e gli amici di Romina. Un’occasione davvero toccante in cui la distanza fra Italia e Guatemala si è azzerata e tutti i partecipanti si sono trovati “legati” e uniti da un sottile ma resistentissimo filo rosso, lo stesso filo protagonista dello spettacolo “Las Maletas” che i clown hanno messo più volte in scena in questa missione: un filo che, racchiuso in una valigia, lega e non divide, e invita a guardare al di là del nostro limite, a toccare e allargare braccia e sguardi, per scoprire manine che hanno diritto di imparare a scrivere,  bimbi che pur nella complessità hanno diritto di stupirsi e di sognare,  donne e uomini di domani che hanno diritto a un futuro più luminoso.

#OpeGuate è terminata l’8 febbraio con il rientro in Italia dei 12 volontari, ma la missione di Eso Es continua costantemente: l’istruzione è un diritto senza alcun tipo di confine, geografico e temporale, e l’obiettivo è quello di proseguire con nuove iniziative per condividere la propria esperienza e sostenere il Progetto.

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Un gruppo di valigie, un gomitolo di filo rosso, un anno di formazione per prepararsi alla partenza… l’avventura di #OpeGuate_2020 è iniziata così!