L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha dichiarato che in America Latina oltre 5 milioni e mezzo di bambini di entrambi i sessi lavorano senza aver compiuto l’età minima di ammissione al mondo del lavoro o sono impegnati in attività vietate.
Secondo le ONG, in Guatemala quasi 1 milione di bambini tra i 5 e i 14 anni lavora, secondo il Ministero del lavoro invece sono ‘solo’ 850.000, il 70% dei quali nelle aree rurali del paese e con il 43% che non frequentano la scuola: registra il maggior indice di lavoro infantile dell’America Latina e il tasso di lavoro minorile è più alto tra la popolazione di bambini indigeni, con il 56% rispetto al 44% di non indigeni.
Gli ambiti maggiori di lavoro/sfruttamento minorile sono:
- discariche di rifiuti: i bambini quotidianamente selezionano e dividono tonnellate di immondizia per poterla poi rivendere agli impianti di riciclaggio della zona. Si tratta di una delle peggiori forme di sfruttamento infantile, si svolge in una condizioni di estrema insalubrità, comporta rischi elevati di contrarre infezioni e malattie oltre che ripercussioni gravi sulla psicologia dei minori. Presso la discarica di Città del Guatemala una legge nel 2005 ha vietato l’ingresso dei minorenni alla discarica, ma per centinaia di famiglie è fonte di sussistenza primaria e per questo motivo in molte altre discariche del Paese questo accade tuttora.
- produzione di fuochi d’artificio: il 98% della produzione di fuochi d’artificio avviene fra le mura domestiche delle famiglie, che coinvolgono anche i bambini in questo pericoloso lavoro. Le mani e le dita dei bambini sono perfette per maneggiare le micce perché sono velocissimi. La maggior parte dei giochi pirotecnici è costituito da polvere con clorato di potassio, un agente chimico altamente pericoloso che può generare esplosioni e incidenti.
- piantagioni di caffè: la raccolta del caffè e il trasporto dei grani viene svolto manualmente, i bambini lavoratori sono pagati meno tre euro ogni cento chili di caffè e ammassati con gli adulti in baracche collettive, chiamate galeras, in condizione igienico-sanitarie molto precarie.
- piantagioni di canna da zucchero: la coltivazione intensiva della canna da zucchero è una delle attività più deleterie per la salute minorile. Per una raccolta più agevole e redditizia, si brucia il sottobosco: il vento alza la cenere che va negli occhi e nei polmoni, le malattie respiratorie sono quindi molto diffuse, come anche gli occhi rossi e sforzati, e i funghi e le malattie della pelle.
- cave di pietra, in cui i bambini vengono impiegati per spaccare le pietre con l’utilizzo di arnesi taglienti e molto pericolosi;
- lavoro nei campi;
- lavoro domestico: in Guatemala il tempo dedicato ai lavori domestici copre un lasso di tempo significativo nell’orario giornaliero dei minori, specialmente per le bambine: lo svolgimento di questi lavori e l’accudire spesso i fratellini più piccoli interferisce con il tempo dedicato alla scuola e ai momenti ricreativi, come se i minori svolgessero un lavoro vero e proprio.
A questi si aggiungono altri migliaia che non sono censiti, costretti clandestinamente alle più gravi forme di lavoro minorile, coinvolti nei lavori di strada (v. lustrare scarpe nelle aree urbane) e nelle reti di sfruttamento sessuale a fini commerciali, traffico di stupefacenti e tratta di minori a fini di sfruttamento del lavoro.